PROPOSTA DI ECCEZIONALE DICHIARAZIONE UNVERSALE
All’interno delle aree di quattro componenti, sulle pareti interne di otto edifici e complessi monumentali nel centro storico di Padova, un luogo ricco di cultura, storia, arte e fede, si conservano ancora oggi straordinari cicli pittorici affrescati, testimonianza di un secolo di pittura italiana influenzata dalla forza innovativa della pittura di Giotto: i cicli oggetto della candidatura seriale, interamente fruibili al pubblico, sono infatti stati tutti dipinti tra il 1302 e il 1397 e costituiscono un sistema unitario, facilmente visitabile nell’arco di pochi chilometri.
Tutti traggono significativamente origine dalla lezione che un maestro come Giotto ha lasciato nella città di Padova, un capolavoro unico in Italia e nel mondo: la Cappella degli Scrovegni, testimonianza di un punto di svolta fondamentale nella storia dell’arte.
Anche se realizzati da artisti diversi, voluti da committenze differenti, all’interno di edifici e complessi monumentali con funzioni diverse tra loro, i cicli pittorici padovani mantengono un’unità di stile e di significati che li rende unici nel loro insieme. All’interno del percorso è proprio questa diversità che ne fa un sistema complesso, leggibile su più livelli, aggiungendo valore alla loro singolare bellezza.
La Cappella degli Scrovegni, la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani, il Palazzo della Ragione, il Battistero della Cattedrale, la Cappella della Reggia Carrarese, la Basilica e il convento del Santo, l’Oratorio di San Giorgio e l’Oratorio di San Michele sono gli edifici e complessi monumentali che ospitano i cicli affrescati del sito seriale ‘Padova Urbs picta’, suddivisi in quattro componenti: Scrovegni ed Eremitani, Palazzo della Ragione, Reggia, Battistero e le loro piazze, Cittadella antoniana e San Michele ciascuna portatrice oggi di uno specifico carattere dominante.
Giotto, Pietro e Giuliano da Rimini, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona sono i protagonisti di questa impresa. Al servizio di famiglie illustri, del clero, del Comune e della Signoria dei Carraresi dipingeranno all’interno di edifici religiosi e civili, pubblici e privati, dando vita insieme alla nuova immagine della città.
I cicli affrescati sono stati realizzati in un arco temporale che va dall’inizio alla fine del XIV secolo (1302-1397). Si caratterizzano per una tecnica e composizione innovativi, sono stati realizzati da autori noti: Giotto, Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo Avanzi e Jacopo da Verona.
Gli elementi che compongono l’Eccezionale Valore Universale posso essere quindi sintetizzati nella tecnica e composizione, in quanto cicli pittorici dipinti ad affresco di grande formato con una narrazione complessa; nella datazione, essendo stati realizzati tutto nel corso del XIV secolo; nell’autorialità, essendo opere di artisti di cui è noto il nome; nell’innovazione nella ricerca spaziale, essendo testimonianza delle ricerche, avviate da Giotto che dalla rappresentazione di uno spazio “prospettico” giungeranno a quella di uno spazio illusionistico; nell’innovazione nella resa degli stati d’animo, essendo testimonianza delle ricerche avviate da Giotto nella resa realistica dei sentimenti dell’uomo; nel nuovo ruolo della committenza, con i committenti che entrano a far parte della narrazione dipinta inizialmente con semplici ritratti fino a sostituirsi ai personaggi delle vicende bibliche, celebrando il potere della Signoria e delle famiglie ad esso legate, attualizzando e laicizzando la storia sacra.
A partire dalla presenza di Giotto in città si crea un rapporto ininterrotto tra committenti e artisti, e tra i committenti tra loro, con scambi di artisti e idee, tra gli artisti stessi che passano da un cantiere all’altro, consolidando legami, ma anche alimentando antagonismi. In questo contesto padovano nasce un nuovo ruolo del committente che chiede all’artista di celebrarne il potere, concorrendo per tutto il secolo a creare quell’immagine della città che ancora oggi si conserva e si ammira.
La tradizione dell’affresco vive a Padova nel Trecento una nuova stagione anche grazie al contributo di famiglie della città che celebrano il proprio prestigio sociale con la realizzazione di cappelle private affrescate: dalla Cappella degli Scrovegni, al Battistero della Cattedrale, alla Cappella della Reggia dei Carraresi, alle diverse cappelle all’interno della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani e della Basilica del Santo, agli Oratori di San Giorgio e di San Michele: si tratta di un modo nuovo d’interpretare un luogo di culto e che si attesta a Padova nell’arco del Trecento come in nessun altro luogo.