Il sito seriale ‘Padova Urbs picta’ sul piano della protezione vede coinvolti quattro enti proprietari diversi (Comune di Padova, Diocesi di Padova, Basilica e convento del Santo – Veneranda Arca del Santo – Delegazione Pontificia e Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti) che pur nella loro diversità operano con modalità di protezione dei propri beni simili, regolate dalla medesima legislazione regionale e nazionale sui beni culturali: i diversi regimi afferiscono infatti al medesimo organo di controllo territoriale, la Soprintendenza.
A livello nazionale la tutela dei beni è garantita dall’esistenza di uno specifico corpo legislativo dedicato alla protezione del patrimonio culturale e paesaggistico coerente con i principi condivisi a livello internazionale; essa è espressa in convenzioni e raccomandazioni, riassunte nel Codice dei Beni Culturali, il risultato di una lunga tradizione in materia la tutela del patrimonio culturale, che regola la protezione sul territorio nazionale e richiede indicazioni specifiche per quanto riguarda la protezione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale stesso.
Ogni ciclo pittorico, inoltre, è soggetto a misure di protezione riguardanti l’edificio che li contiene, in quanto opere amovibili dipinte sulle pareti in muratura, parte del paesaggio urbano storico.
La Soprintendenza competente assicura misure di protezione che regolano la trasformazione urbana della città di Padova, imponendo limiti, tramite il regime di vincolo, a nuove situazioni che potessero danneggiare il patrimonio culturale e il paesaggio della candidatura seriale.
Il Comune di Padova, per quanto di competenza, assicura misure di protezione che regolino la trasformazione urbana della città, in base al proprio piano regolatore; la Soprintendenza svolge una funzione di controllo, tramite il regime di vincolo, imponendo limiti a nuove situazioni che potessero danneggiare il patrimonio culturale e il paesaggio del sito seriale.
I cicli pittorici sono quindi tutti soggetti agli stessi regimi di vincolo, garantiti dallo Stato italiano. Questo prevede che ciascuna proprietà sia soggetta a misure di controllo, monitoraggio e supervisione da parte del personale del Ministero per i Beni e Attività Culturali, che interviene, in modo particolare, in occasione delle operazioni di manutenzione straordinaria e dei restauri, che devono essere preventivamente autorizzati, seguiti nel corso dei lavori e verificati fino alla dichiarazione della regolare esecuzione al loro termine.
Nel merito della gestione ogni ente possiede proprio personale qualificato preposto ad occuparsi di questo aspetto, sia inserito nella pubblica amministrazione che presso soggetti privati; Padova, inoltre, ospita già all’interno del centro storico l’Orto Botanico dell’Università degli Studi, inserito nella WHL dal 1997. Per quanto si tratti di un sito di piccole dimensioni e incentrato sugli aspetti legati alla botanica, esiste da sempre una sintonia con la città per quanto riguarda la pianificazione degli aspetti gestionali e di promozione, che vengono organizzati congiuntamente.
La presenza nel gruppo di lavoro della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Venezia e per le Province di Belluno, Padova e Treviso garantisce non solo la protezione dei singoli beni, ma anche una visione d’insieme per la tutela dell’intero sito seriale.
Trattandosi di cicli di affreschi risalenti al Trecento, i requisiti di protezione sono improntati alle più aggiornate evoluzioni delle conoscenze scientifiche e tecniche del settore. Inoltre, essendo conservati in edifici e complessi monumentali tutt’ora utilizzati e aperti al pubblico (in alcuni casi con funzioni turistiche molto intense), ogni forma di intervento si è dovuta e si dovrà relazionare con le funzioni cui gli spazi rispondono. Non è inoltre da sottovalutare come i singoli edifici e complessi monumentali che costituiscono la candidatura seriale siano situati nel centro storico della città di Padova, capoluogo dell’omonima provincia e centro importante a livello regionale e nazionale, soprattutto nel settore del terziario. Questo ha comportato la necessità di dotare gli edifici e i complessi monumentali di aree di rispetto nel loro immediato spazio circostante, in modo da evitare situazioni di eccessiva pressione urbanistica. La chiusura al traffico veicolare privato estesa ad ampie porzioni del centro storico di Padova in cui si trovano gli edifici affrescati, ha notevolmente diminuito l’impatto negativo dell’inquinamento dell’aria e del regime delle vibrazioni prodotte dall’intensa circolazione stradale.
L’approccio metodologico seguito per l’organizzazione del sistema di protezione – nello specifico per la conservazione preventiva – si ispira a tre concetti principali:
1. la garanzia della stabilità dell’edificio;
2. il mantenimento delle condizioni microclimatiche;
3. la sorveglianza dell’edificio.
Per ognuno di questi aspetti sono state pensate delle specifiche strategie di attuazione, diverse per ogni edificio e complesso monumentale, che tengano conto delle particolari esigenze di fruizione degli stessi. Molto differenti sono infatti le necessità delle strutture adibite regolarmente al culto, quali la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani e la Basilica del Santo, che hanno la necessità di dover ospitare numeri anche significativi di fedeli in occasione delle cerimonie sacre, da quelle di strutture deputate alla funzione di visita come ad esempio il Palazzo della Ragione, che ospita manifestazioni che mantengono viva la sua funzione propria di luogo d’incontro, e la Cappella degli Scrovegni.
Diverso ancora, infine, il caso degli spazi gestiti dell’Accademia Galileiana che svolge le sue attività culturali statutarie utilizzando anche le sale affrescate.
Di emblematica importanza è il caso della conservazione della Cappella degli Scrovegni, un edificio dimostratosi nel tempo molto sensibile ai cambiamenti microclimatici e strutturali, che ha richiesto, e richiede, una continua, sistematica e duratura serie di interventi conservativi. In particolare, per quanto riguarda il ciclo pittorico della Cappella degli Scrovegni, l’esigenza di protezione e conservazione del bene ha dettato nuove modalità gestionali per rispondere comunque al gran numero di visitatori che quotidianamente l’ammirano. L’ultimo intervento in tal senso è rappresentato dalla realizzazione del Corpo Tecnologico Attrezzato (CTA), un avamposto che permette il controllo degli accessi alla Cappella mediante la creazione di gruppi ristretti di persone, e garantendo un microclima e una pressurizzazione costante, impedisce l’ingresso di aria contaminata proveniente dall’esterno.
La Cappella degli Scrovegni, inoltre, presenta un sistema di rilevamento e controllo costante della temperatura e dell’umidità.
Per ciò che riguarda i restauri degli altri edifici contenenti gli affreschi oggetto di questa candidatura va sottolineato come seppur gli interventi siano stati meno articolati rispetto alla Cappella sono stati tutti realizzati sulla base di studi scientifici approfonditi e sfruttando tecnologie innovative, sempre autorizzate preventivamente, verificati e conclusi sotto la direzione della Soprintendenza competente (per ulteriori specifiche informazioni sulle misure di protezione si veda al Capitolo 5).
Per ciò che riguarda il monitoraggio va precisato come non sia possibile tenere sotto controllo tutti gli edifici e complessi monumentali nel medesimo modo. I cicli affrescati della Cappella degli Scrovegni, Palazzo della Ragione, Battistero della Cattedrale, Oratorio di San Giorgio e Oratorio di San Michele sono più facilmente monitorabili in quanto la loro destinazione d’uso principale è quella di visita.
La Cappella della Reggia Carrarese, invece, è situata all’interno della sede dell’Accademia Galileiana, e questo implica un monitoraggio e una gestione che rispondano alla sua duplice funzione, quella turistica e quella accademica. La Basilica del Santo e la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo agli Eremitani rappresentano invece i due casi più particolari, trattandosi di luoghi tuttora di culto; il primo, per altro, di rilevanza internazionale. La funzione turistica è difficilmente isolabile rispetto a quella religiosa, motivo per il quale non è possibile garantire un controllo degli ingressi contingentato che consenta il mantenimento costante del livello di temperature e umidità, non necessario peraltro alla conservazione visto l’ampio volume d’aria.
Dal punto di vista gestionale la candidatura ‘Padova Urbs picta’ documenta inoltre come quattro realtà differenti, Comune di Padova, Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti, Basilica e convento del Santo, Delegazione Pontificia con la Veneranda Arca del Santo e Diocesi di Padova si siano unite insieme per condividere un complesso progetto come la candidatura di un sito seriale. Partecipano attivamente al gruppo di lavoro anche rappresentanti dell’Università degli Studi di Padova, che supporta il progetto con la propria collaborazione scientifica, e, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area Metropolitana di Venezia e per le Province di Belluno, Padova e Treviso. Sin dall’inizio del processo di candidatura, i partner si sono impegnati a collaborare nella comune opera di conservare il valore eccezionale universale espresso dal sistema dei cicli pittorici affrescati del Trecento padovano, ancora integro dopo oltre sette secoli. La bigliettazione unica, con lo strumento della Padova Card, è un primo passo verso una gestione condivisa, insieme ad una comunicazione e promozione unitaria che sta nascendo grazie a questo percorso di candidatura. Il processo partecipativo che vede la progettazione di eventi comuni pensati per diverse tipologie di pubblico nelle diverse sedi sono già in atto da diversi anni e si sta ora strutturando con maggiore consapevolezza.