Palazzo della Ragione
Il Palazzo della Ragione, con le sue quattro grandi pareti interne del grande salone pensile del primo piano completamente affrescate, rappresenta il ciclo più ampio per superficie dipinta e il più articolato del sito seriale “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova”. Il ciclo pittorico del Palazzo rappresenta l’unica commissione laica e civile: la decorazione viene infatti commissionata a Giotto dal Comune di Padova circa una dozzina d’anni dopo la conclusione degli affreschi della Cappella degli Scrovegni, e si può considerare la “risposta” laica al precedente capolavoro.
Peculiarità di questo grandioso ciclo è che in esso ritroviamo un almanacco dipinto di enormi dimensioni composto da trecentotrentatré riquadri, disposti su tre registri sovrapposti, scanditi secondo i dodici mesi dell’anno nei quali si crea una corrispondenza tra segni zodiacali, mesi, mestieri e caratteri umani a seconda degli ascendenti nello zodiaco. La fascia inferiore, che conserva la maggior parte di affreschi trecenteschi, fu realizzata anche in funzione dei banchi dei tribunali (detti anche dischi o deschi) che il Palazzo ospitava, fornendo quindi una traccia concreta della funzione che sin dal Duecento il Palazzo ricopriva.
Le cronache del Trecento ricordano un incredibile ciclo di pitture, prima dell’incendio divampato un secolo dopo. Il tema viene però riproposto nel Quattrocento dai pittori Nicolò Miretto, Stefano da Ferrara e Antonio di Pietro, nipote di Altichiero da Zevio, rispettando il modello giottesco, come testimoniano alcuni manoscritti miniati dell’epoca, in cui è descritta l’influenza dei pianeti sulla vita e le contese degli uomini, ancora secondo l’insegnamento dato a Giotto da Pietro d’Abano.
Entrata e biglietteria da piazza delle Erbe
Entrata per persone con disabilità motoria dal cortile del Municipio via VIII Febbraio
tel. +39 049 8205006
Orario: dal 1 febbraio al 31 ottobre: mart/dom. 9-19; dal 1 novembre al 31 gennaio: mart/dom 9-18 (ultimo accesso 18.30)
Chiusura: Natale, S. Stefano, Capodanno, 1 maggio
Piazza Duomo, biglietteria Museo Diocesano
tel. +39 049 8226159
Orario: lun.13.30-18, mart/dom 10-13.30/14-18
Per persone con disabilità motoria percorso accessibile contattando il numero +39 049 8226159
Battistero della Cattedrale
Entrando all’interno del Battistero si ammira uno spazio interamente ricoperto di affreschi incentrati sulla Storia della Salvezza con episodi della vita di Cristo e di San Giovanni Battista: il ciclo rappresenta il capolavoro assoluto di Giusto de’ Menabuoi, realizzato a partire dal 1375.
Nell’ambito della candidatura Padova Urbs picta il ciclo di Giusto esprime compiutamente lo sviluppo delle ricerche sulla “prospettiva” di Giotto che nel Battistero mirano a costruire una spazialità di tipo illusionistico, con l’intento di coinvolgere lo spettatore nello spazio dipinto grazie all’annullamento della separazione tra architettura, pittura e scultura. La pittura ad affresco interessa infatti ogni minimo spazio della superficie, giungendo ad invadere anche spazi architettonicamente inusuali, come l’intradosso degli archi.
Approfondendo le ricerche giottesche, Giusto affronta i problemi di resa dello spazio seguendo le regole della perspectiva naturalis che, con le proprie basi negli studi sull’ottica, era materia anche all’Università di Padova, in particolare della cattedra di Biagio Pelacani. L’attenzione di Giusto verso questi aspetti ‘scientifici’ è abbastanza singolare per l’epoca e deriva proprio dal contesto in cui si trova ad operare caratterizzato dalla presenza dell’antico e prestigioso ateneo patavino.
Un altro aspetto singolare del ciclo affrescato del Battistero è la committenza che si deve ad una donna, Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara: questa peculiarità si rispecchia negli episodi dove la resa dei sentimenti e dell’espressività sono interpretati da Giusto secondo una sensibilità femminile, pur mantenendo sempre vivo l’intento celebrativo delle pitture.
Cappella della Reggia Carrarese
L’attuale sede dell’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti, un tempo parte della Reggia Carrarese, presenta preziose tracce dell’antico originario splendore: parte dell’architettura con l’elegante loggiato e brani di decorazione nelle sale del pianterreno, oltre al pregevole ciclo affrescato della Cappella con le Storie dell’Antico Testamento, dipinto da Guariento di Arpo presumibilmente a partire dal 1354.
Nell’ambito del sito seriale “I cicli affrescati del XIV secolo di Padova”, questo ciclo rappresenta la prima opera di un pittore di corte strettamente legata alla committenza della Signoria dei Carraresi: il gusto narrativo, che caratterizza tutti i cicli pittorici padovani, qui assume una particolare eleganza cortese, che conferisce una diversa e unica interpretazione della tradizione dell’affresco giottesco.
Nel celebrare il potere e la ricchezza dei Carraresi, Guariento svolge il racconto in uno spazio continuo, senza soluzione di continuità, arricchendo gli episodi di didascalie rendere ancor più esplicito il messaggio di pitture dall’iconografia complessa: la salvezza dell’uomo che viene da Dio grazie all’intervento degli angeli.
Entro questo spazio narrativo, Guariento realizza una narrazione che si svolge con straordinaria vivacità, in una dimensione cortese dove gli episodi sono trasformati in cronaca coeva, come si può intuire dalle architetture trecentesche e dall’eleganza delle vesti alla moda dell’epoca, secondo quel processo d’attualizzazione della storia sacra inaugurato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni.
Via Accademia 7
tel. +39 049 8763820
Orario: mart/dom 10-12
Visite su prenotazione: segreteria@accademiagalileiana.it
ingresso gratuito
Per le persone con disabilità motoria è garantito l’accesso con ascensore