Una delle caratteristiche che rendono unici al mondo gli affreschi del Trecento padovano iscritti alla World Heritage List è l’uso della prospettiva “prima” della prospettiva. Nella Storia dell’Arte questa tecnica di rappresentazione dello spazio viene teorizzata da Leon Battista Alberti nel ‘400 ma essa si riscontra in tutta la pittura giottesca, dagli affreschi di Cappella degli Scrovegni in avanti.
La ricerca della rappresentazione dello spazio intuita da Giotto, innovativa e all’avanguardia, trova la sua massima espressione nei due affreschi dipinti ai lati dell’arco trionfale della Cappella: due finti spazi architettonici che costituiscono una novità assoluta, mai dipinta in precedenza, i cosiddetti coretti. Si tratta di due stanze vuote, senza figure, che consentono al maestro toscano di dimostrare la propria abilità nella resa dello spazio, con una “prospettiva” ancora empirica e intuitiva, che l’artista concepisce pienamente solo a Padova.
Rif. Cappella degli Scrovegni: Coretto, Giotto, 1303-1305